giovedì 3 maggio 2012

Eduskill, nuovi modelli educativi


Intervista a Carlo Infante, docente freelance di Performing Media, opinionista e presidente-managing director di Urban Experience



di Ludovica Tartaglione




Con il forum Eduskill di Idea360.it avete aperto un interessante dibattito sui nuovi modelli educativi. Cosa ne sta emergendo? 

Nell'arco di questi ultimi tre mesi con Eduskill abbiamo creato, sulla
piattaforma d'innovazione sociale idea360, un fronte di aperta
riflessione sui nuovi modelli educativi al tempo delle reti.
Abbiamo impostato il forum sulla base di una serie di conversazioni
con alcuni dei massimi protagonisti dell'innovazione dei sistemi
d'apprendimento. Ogni mese, con una programmazione settimanale dei
frammenti ricostruiti dei colloqui, combinati con delle videotag
(sequenze video intervallate dalle tag-parole chiave emerse) e le
tracce audio originali, abbiamo visto focalizzare alcuni punti cardine
della questione. Per sintetizzare possiamo dire che con
Roberto Maragliano abbiamo trattato della metamorfosi dei linguaggi in
relazione ad una diversa percezione del mondo da parte della nuova
generazione. L'abbiamo definita la “mediamorfosi” perchè questa
trasformazione è radicalmente scandita da una multimedialità che il
sistema educativo riesce ad interpretare troppo poco e in chiave
esclusivamente didattica. La questione è più ampia e concerne il
coinvolgimento attivo dei ragazzi, come è emerso nell'incontro con il
sottosegretario al Ministero all'Istruzione Marco Rossi Doria.
Un'attenzione che comporta una politica-poetica dell'attenzione, per
evitare la dispersione scolastica, come è stato analizzato anche sulla
base della sua esperienza diretta in quanto maestro di strada ai
Quartieri Spagnoli di Napoli. Con Caterina Cangià, salesiana di Don
Bosco, definita “sister net” per l'impegno nel web, abbiamo messo a
fuoco il suo metodo che coniuga teatro e nuovi media, raggiungendo
risultati di apprendimento delle lingue con i bambini più piccoli.

In che modo la rivoluzione digitale ha cambiato le attitudini cognitive delle nuove generazioni?

Le abitudini della nuova generazione non stanno cambiando. Sono così,
nascono così'. Vivono naturalmente in un mondo pervaso da
sollecitazioni multimediali e non fanno altro che captare i segnali
che li circondano. Siamo noi, quelli che si sono strutturati
culturalmente dentro le cornici del pensiero lineare, che dobbiamo
cambiare (e alla svelta) per non farli crescere da soli.
Il punto chiave è quello di riconfigurare gli assetti di trasmissione
dei saperi in modo adeguato per intercettare queste nuove attitudini e
fare in modo che si evolvano in competenze e conoscenza.

Cos'è l'edutainment? Come funziona e che relazione ha con l'uso delle nuove tecnologie?

Come i tutti neologismi sembra un concetto astratto ma rivela la
chiave di volta di tutto il sistema educativo.
Per apprendere bisogna “tirar fuori” (educare, dal latino educere,
significa questo).
Ancor prima della didattica che struttura la trasmissione dei saperi e la formalizzazione delle competenze, deve esserci il coinvolgimento attivo dei ragazzi.
Mixare educational ed entertainment nella parola edutainment significa
coniugare la dimensione ludica della partecipazione con quella
educativa che comporta, prima di tutto, disponibilità ed elaborazione
attiva.
Si deve porre molto più attenzione alla “porosità”cognitiva dei
ragazzi. L'errore più grave è infatti quando si crea nello studente
quella soglia impermeabile per cui tutto scivola via. Si deve sempre
trovare il modo perché ci si metta in gioco, studenti e docenti,
possibilmente insieme. In questo senso le dinamiche connettive del web
sono un'occasione fondamentale per liberare le migliori potenzialità
della cooperazione educativa.

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